Non si sa più nulla di lui dallo scorso 2 luglio. Si chiamava Daouda Diane: quella mattina è partito di casa per andare al cementificio dove lavorava, Sgv ad Acate, in provincia di Ragusa.
Non è stato più visto né ad Acate né in Costa D’Avorio, dove avrebbe dovuto ritornare per visitare la famiglia che non vedeva da anni.
Da qualche giorno l’attenzione sul suo caso si è riaccesa, perché è comparso un video su Facebook, postato dall’operaio poco prima della sua scomparsa, in cui venivano denunciate le dure condizioni di lavoro nel cementificio.
Dauda Diane ad Acate era punto di riferimento per la comunità di braccianti africani che ci vive e la sua scomparsa ha suscitato molto clamore. La procura indaga per omicidio e occultamento di cadavere.
Lo scorso 3 dicembre su spinta di CUB e USB si è svolto un corteo per le vie di Acate con al centro i diritti dei lavorator* immigrati e per Dauda Diane.
Non è certo la prima volta che un lavoratore scomodo e immigrato scompare.
L’ennesimo desaparecido nella guerra del lavoro.
Gli amici di Daouda Diane hanno scritto sui loro siti: “Noi siamo neri anche quando moriamo nessuno ci vede”

Ascolta la diretta con Pippo Gurrieri dell’info di Blackout