Emma Goldman
anarchica e femminista

Dalle lotte sociali a quelle per la libertà delle donne, dall’attività editoriale all’opposizione alla guerra tra emigrazione, lavoro in fabbrica, comizi, carcere ed esilio.

Venerdì 12 aprile
ore 21 corso Palermo 46

Incontro con Selva Varengo e Luisa Dell’Acqua curatrice e traduttrice della nuova edizione di “Vivendo la mia vita”, l’autobiografia di Emma Goldman.

Emma Goldman. Vivendo la mia vita
Dopo molti anni di attesa è uscita una nuova edizione dell’autobiografia che Emma Goldman scrisse nel 1934, in uno dei rari momenti di tregua
di un’esistenza vissuta nel cuore delle lotte.
Grazie ai “Quaderni di Paola”
sono disponibili due dei quattro volumi di questo scritto denso, dove le narrazioni della vita quotidiana si impastano con la storia delle lotte sociali di cui fu protagonista quella che venne definita “la donna più pericolosa d’America”.
Un racconto dove la strada e la cucina, il carcere ed il lavoro in fabbrica, le relazioni umane e quelle politiche, spesso intrecciate, restituiscono l’immagine viva di un’anarchica che sapeva, già in quegli anni, quello che le femministe avrebbero teorizzato molti decenni dopo: il personale è politico.
Attiva nel movimento dei lavoratori, antimilitarista, in prima fila nelle lotte sul terreno della contraccezione e dell’aborto,
nata in Russia ed emigrata giovanissima negli Stati Uniti, “Emma la Rossa” verrà deportata in Unione Sovietica nel 1919, dopo due anni di carcere per essersi opposta alla prima guerra mondiale. Dalla Russia fuggirà dopo la durissima repressione della Comune di Kronstadt e diverrà tra le voci più lucide nel denunciare il totalitarismo sovietico.
Senzapatria per convinzione
e apolide per condizione, dopo aver cercato rifugio in diversi paesi europei, compresa la Spagna rivoluzionaria del 1936, trascorre gli ultimi anni in Canada.
Negli Stati Uniti, dove il suo impegno
nelle lotte, l’intensa attività editoriale, hanno lasciato una traccia duratura, non potrà più mettere piede.