“In questo giorno il nostro reverente pensiero va a tutti i figli d’Italia che dettero la loro vita per la Patria, una gioventù che andò al fronte e là vi rimase. Una gioventù lontana dai prudenti, dai pavidi, coloro che scendono in strada a cose fatte per dire: Io c’ero. Giovani che vollero essere altro, non con le declamazioni, ma con le opere, con l’esempio consapevoli che Un uomo è vero uomo se è martire delle sue idee. Non solo le confessa e le professa, ma le attesta, le prova e le realizza.
Combatterono per dare un senso alla vita, alla vita di tutti, comunque essi la pensino. Per questo quello che siamo e saremo lo dobbiamo anche a Loro e per questo ricordando i loro nomi sentiamo rispondere, come nelle trincee della Grande Guerra all’appello serale del comandante: PRESENTE!”.
È il testo integrale della nota inviata il 4 novembre 2020 a tutti gli studenti delle scuole marchigiane dal dottor Marco Ugo Filisetti, direttore scolastico regionale – Ministero dell’Istruzione – nell’anniversario della fine della Prima guerra mondiale e giorno in cui si festeggiano in Italia le forze armate. Un’esaltazione del militarismo, in chiave esplicitamente fascista.
Questo comunicato esalta una guerra in cui, sul solo fronte italo-austriaco ci furono 600.000 morti. Il testo di Filisetti, riecheggia il discorso di Mussolini per la fondazione dei fasci di combattimento del 1919, in un misto di machismo, esaltazione vitalista della guerra e patriottismo.
Quest’iniziativa non è passata inosservata ed ha suscitato ampia indignazione, sui media, sui social e persino in ambito istituzionale.
Ma.
La nota del funzionario del Miur non è un’anomalia nelle scuole statali italiane degli ultimi anni, dove c’è stato proliferare di convegni, incontri e testimonianze sulla prima guerra mondiale. Unici narratori ed interpreti, chiamati dalle istituzioni scolastiche nel ruolo di formatori, sono stati generali, ammiragli, ufficiali e sottufficiali.
Nei loro racconti a ragazzi e bambini, sono riemerse le definizioni “Grande Guerra”, di “Vittoria” di un Paese “risorto dalla sconfitta di Caporetto”. Il tutto condito dall’esaltazione di Patria, Nazione, Dovere, Sacrificio, l’Unità e l’Identità degli italiani. Un linguaggio adottato anche nei documenti ufficiali del Ministero dell’Istruzione.
Il 22 ottobre 2019, alla vigilia del Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, il MIUR ha inviato una circolare a tutte le scuole d’Italia per invitarle a promuovere iniziative o a partecipare a quelle realizzate d’intesa con le “articolazioni periferiche” del Ministero della Difesa. “In questa giornata si intende ricordare, in special modo, tutti coloro che, anche giovanissimi, hanno sacrificato il bene supremo della vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere: valori immutati nel tempo, per i militari di allora e quelli di oggi”, esordiva il MIUR. “Tradizionalmente, oltre alle cerimonie istituzionali che avranno luogo su tutto il territorio nazionale, verranno organizzate conferenze nelle scuole. Gli argomenti saranno incentrati sulle circostanze storiche e le fasi salienti della Grande Guerra, in relazione anche alle odierne missioni delle Forze Armate”.
Qui il cerchio si chiude. Le guerre di ieri come collante ideologico per le missioni di guerra di oggi.
Sono 40 gli interventi armati tricolori tra Europa, Africa, Asia, con oltre 8.000 uomini e donne dispiegati sui vari fronti. Operazioni da un miliardo di euro a semestre.
La collaborazione tra Ministero della Difesa e il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca è sempre più forte. Per arruolare le coscienze e reclutare nuovi mercenari di professione.