Giovedì 15 settembre
ore 10,30 punto info antimilitarista al mercato di corso Racconigi

Di seguito il testo che stiamo diffondendo:

Miliardi ai militari, carovita e bollette alle stelle per tutt*
L’Italia va alla guerra

Nel silenzio e nell’indifferenza dei più a fine luglio il parlamento ha approvato il rifinanziamento delle missioni militari all’estero. Il focus è sull’Africa, dove sono concentrate 18 delle 42 missioni tricolori, due in più dello scorso anno.
Tutti i partiti che oggi si sfidano alle elezioni si sono schierati per un impegno bellico sempre maggiore. Il costo per le missioni all’estero cresce da 1,35 a 1,5 miliardi di euro. I militari impiegati passano da 9.500 a 12.000.
I nuovi impegni NATO sul fronte est-europeo vedono l’Italia in prima fila.
Le truppe del Belpaese fanno la guerra in Qatar, Mozambico, Niger, Libia, Golfo di Guinea, stretto di Ormuz, Iraq, nel Mediterraneo ed in tanti luoghi del pianeta.

Le missioni in Africa assumono il ruolo di guerre neocoloniali per il controllo delle risorse. La diplomazia in armi del governo per difendere gli enormi profitti dell’ENI va dalla Libia al Sahel al Golfo di Guinea.
Queste aree hanno un’importanza strategica per gli interessi dell’ENI. La missione navale nel Golfo di Guinea si estende alle acque internazionali tra Nigeria, Ghana e Costa d’Avorio, dove si trovano i maggiori produttori africani di petrolio.
L’obiettivo è la protezione delle piattaforme offshore e degli impianti di estrazione.
La retorica della “sicurezza” e della “lotta al terrorismo” si giustifica con la protezione delle popolazioni locali. Popolazioni che sono quotidianamente sfruttate, depredate ed oppresse da governi complici delle multinazionali europee, asiatiche e statunitensi.
Quest’anno, con la prospettiva dello stop delle forniture russe, l’impegno in Africa si è esteso al Mozambico, dove i militari sono impiegati a supporto delle forze armate locali nella provincia di Cabo Delgado, teatro di una ribellione popolare di cui provano a profittare anche gruppi jihadisti. Di fronte alle coste del paese l’ENI ha scoperto mega-giacimenti di gas, dai quali già quest’autunno partiranno le gasiere dirette in Italia.
Strategica per l’ENI è anche la missione in Qatar che, ufficialmente in difesa dei mondiali di calcio, andrà oltre la competizione sportiva inserendosi nel quadro di una sempre più stretta collaborazione militare con il petro-emirato. Il Qatar sta diventando il leader mondiale della produzione di gas naturale liquefatto (GNL). Il 19 giugno a Doha, l’italia ha sottoscritto un accordo per la creazione di una joint venture tra QatarEnergy ed Eni.
Le bandiere tricolori sventolano accanto a quelle gialle con il cane a sei zampe dell’ENI. Una lunga scia di sangue, petrolio e gas.
Mentre le nostre bollette continuano a crescere i profitti delle multinazionali del gas e delle armi non fanno che aumentare.
Un segnale chiaro che gli interessi dell’ENI e di Leonardo che per il ministro della Difesa Guerini sarebbero interessi “nazionali”, non sono certo quelli di chi fa fatica ad arrivare a fine mese,
di chi vive di lavori precari e non riesce a far fronte al continuo aumento della luce, del gas, dei generi alimentari…

Tra gli obiettivi delle missioni militari italiane c’è il rinforzamento del fronte di guerra contro la gente in viaggio, per ricacciare i migranti nelle galere libiche, dove torture, stupri e omicidi sono un normale orrore.
In
Libia non solo è stata confermata la missione di supporto alla Guardia Costiera e alla Marina libiche ma è stato previsto un rafforzamento del dispositivo aeronavale.

Provate ad immaginare quanto migliori sarebbero le nostre vite se i miliardi impiegati per ricacciare uomini, donne e bambini nei lager libici, per garantire gli interessi dell’ENI in Africa, per investire in armamenti, militari nelle strade fossero usati per scuola, sanità, trasporti.
Provate ad immaginare di farla finita, sin da ora, con stato, padroni, militari, polizia.
Ci raccontano la favola che una società complessa è ingovernabile dal basso mentre ci annegano nel caos della gestione centralizzata e burocratica delle scuole, degli ospedali, dei trasporti.
Costruiamo assemblee territoriali, spazi, scuole, trasporti, ambulatori autogestiti.
Cacciamo i militari dalle strade, blocchiamo la produzione ed il trasporto di armi, facciamola finita con tutti gli eserciti!

Blocchiamo le missioni all’estero, boicottiamo l’ENI! Disertiamo le urne!

Assemblea Antimilitarista – Torino
Federazione Anarchica Torinese