Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.
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Anarres del 16 luglio. Libia: lager e respingimenti. G8. Cosa ci resta di Genova? Stati Uniti: licenza di uccidere chi blocca la strada…

 

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Libia. Cambiare tutto, perché tutto resti come prima.
La scorsa settimana abbiamo posto l’accento sul quadro geopolitico in cui si inseriscono le missioni italiane all’estero, che il parlamento ha appena rifinanziato. In questa puntata abbiamo spostato il fcus sulla Libia.
Per salvarsi la faccia, contestualmente al rifinanziamento delle missioni militari, era stato proposto un ordine del giorno che prevedeva la revisione in chiave “umanitaria” degli accordi sottoscritti nel 2017 con la Libia.
É finita nel nulla. La mozione per lo stop alla guardia costiera libica è stata respinta a stragrande maggioranza dal Camera dei deputati.
Alla fine, per non scontentare nessuno, il testo approvato prevede che nel 2022 vengano verificate “le condizioni per superare” la cooperazione con la Guardia costiera libica, trasferendola alla missione Ue Irini.
Un nulla sul quale la destra e la sinistra di governo (e di opposizione) gridano vittoria.
D’altra parte nella sua recente visita in Italia il presidente libico ha ricevuto garanzie di ampio sostegno da parte del governo italiano. Draghi da mesi sta facendo pressione sull’UE perché, oltre alla Turchia, paghi anche la Libia per bloccare i migranti nelle prigioni-lager della Tripolitania.

G8. Cosa ci resta di quella stagione a vent’anni di distanza?
La scorsa settimana abbiamo ripercorso le tappe della rete “Anarchici contro il G8” con Federico, un compagno della ciurma, che costruì il vascello salpato per Genova.
In questa puntata abbiamo continuato a ragionare di quelle giornate, cercando di coglierne il senso nel lungo periodo, nell’onda lunga che segna il tempo che siamo forzati a vivere.
In quegli anni come anarchic* ci sentivamo parte di un movimento di contestazione globale che alludeva alla possibilità di rinascita di un’internazionale delle lotte, che mettesse in difficoltà non solo i governi ma la stessa governance transnazionale che proprio allora stava consolidando strumenti e trattati. Dal WTO agli accordi sulla proprietà intellettuale, che rendevano commerciabile e brevettabile anche il vivente, la globalizzazione all’alba del terzo millennio andava oltre le relazioni mercantiliste dell’era degli imperi coloniali e postcoloniali, investendo il cuore del nord, ricco e predatore.
Allora parlavamo di globalizzazione dell’economia. Dopo vent’anni
sappiamo che il processo che tentavamo di contrastare era la globalizzazione della povertà e dello sfruttamento. Una dinamica che si dispiega oggi in tutta la sua potenza.
Depredare e distruggere, senza alcuna tensione al futuro, senza alcun senso del limite è il segno distintivo della logica del dominio e degli affari che si è imposta ovunque. La violenza che investi i No Global diventa interpretabile solo con la cartina di tornasole rappresentata da movimenti, che, proprio perché sviluppati su scala planetaria, facevano paura ai signori della terra.
Ne abbiamo parlato con Massimo Varengo, un compagno attivo nella rete degli anarchici contro il G8

Stati Uniti. I fascisti attaccano con auto e suv le manifestazioni, la polizia li copre. Il caso di Deona Marie Erickson
A Minneapolis, poco prima della mezzanotte del 13 giugno, mentre i manifestanti si radunavano a Lake Street e Girard Avenue per protestare contro
l’omicidio di Winston Smith, ammazzato da un vicesceriffo, Nicholas Kraus, un suprematista bianco, si è avventato col suo SUV sulla folla ad alta velocità, uccidendo Deona Marie Erickson. Un militante antifascista nero che era a terra al momento dell’attacco riferisce che per tutti i presenti era evidente che si trattava di un attacco intenzionale: “Abbiamo sentito il suo motore da tre isolati di distanza”.
L’assassinio di Deona non è un caso isolato. I neonazisti rivendicano e propagandano esplicitamente questa pratica, mentre in Oklahoma e in Florida sono state approvate leggi che garantiscono immunità civile e penale ai conducenti che investono intenzionalmente i manifestanti, garantendo nei fatti il diritto a spezzare con la violenza omicida blocchi e picchetti. La Florida ha anche introdotto sanzioni che vanno fino a 15 anni di reclusione per blocco stradale.

Contatti:

Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni mercoledì dalle 17,30
(in agosto non ci siamo)
Contatti: fai_torino
@autistici.org – @senzafrontiere.to/

Wild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese
corso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem

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